Tre righe sul tempo necessario per elaborare un lutto: un pezzo di musica, il testo, la poesia che, “imprevista”, può permettere di stare nella perdita e nella separazione da ciò che non è più e trovare nel pezzo Condolance (Condoglianze) della musica, delle parole e delle assonanze per trovare accoglienza al dolore di una perdita, di una separazione o di un lutto. Il pezzo  è Condolence, ascoltato nel medesimo istante – coincidenza, caso? – in cui nel collegarmi in Rete sono stati troppi i riferimenti alla mia separazione dal SD e a molte altre mie separazioni.  Ed è sembrato che i tanti artefatti tecnogici avessero congiurato per farmi arrivare la consolazione (sollievo dal dolore) di Condolance. Ci si difende dal dolore delle separazioni, imbozzolandole dentro sacche prive di emozioni, per potrene prendere distanza e così facendo si prende distanza da tanti altri sentimenti figuriamoci dalle condoglianze (dal latino condolere, formato da con- e dolere: significa “provare dolore con” quindi “partecipare al dolore”.).  Condolence mi ha permesso di prendere il tempo necessario. Ho rallentato, ho pensato, ho ascoltato, ho guardato il video , ho letto il testo della canzone, ho condiviso, attraverso la sua voce e la sua intensità artistica, il mio stato d’animo con un’altra umana. E ho così trascorso del buon tempo umano in amicizia con le macchine informatiche.

 

 
 

 

“Clementine è il romanticismo impulsivo del XXI secolo, la frenesia dei nervi tesi sulle corde del pianoforte; carico di espressionismo compositivo ed emotivo, il musicista classe 1988 offre l’onestà dell’autodidatta unita alla ricerca ossessiva della coerenza, nella musica e nelle parole. La poesia, l’importanza delle parole, doni preziosi nell’epoca dell’ultra-velocità: occorre rallentare allora e ascoltare, leggere, pensare, con la fatica che ne consegue.” *

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