Scritto da Marzia Vaccari e pubblicato in www.women.it
Questa notte le macchine sono inquiete o di quando l’impensato (serveressa) irrompe in scena
Server Donne ha un nuovo portale per i contenuti di Women.it. Federica Fabbiani, insieme a Alessandro Del Gallo, il mago delle macchine server, ha realizzato la nuova veste grafica ricca di funzioni e opportunità comunicative. Questa è stata l’ultima tappa di un lungo transito, dell’intera infrastruttura del SD, verso i nuovi ecosistemi digitali della Rete.
L’hardware di SD e di Cercatrice di rete, il sistema operativo, i database e le decine di siti autogestiti (oltre 80), le centinaia di caselle e-mail e le innumerevoli liste di discussione alloggiavano in un ambiente vecchio e ormai sgranato dall’usura del tempo tecnologico. La sfida era portare nel nuovo ambiente le decine di voci di donne del web italiano, senza perdere nulla, senza ‘rompere internet’ e condannare all’oblio tanto femminismo degli ultimi anni. La rapida evoluzione della Rete non ha memoria se non si aggiorna il software dell’infrastruttura. Pezzi di femminismo, rappresentato attraverso i siti del primo web, sarebbero scomparsi perché pubblicati in html sorgente o con vecchie versioni di cms ospitati e via via installati sul SD. Alcune fra le mutevoli espressioni del femminismo di questi ultimi anni sarebbero andate perse irrimediabilmente perché prive di versioni cartacee come quello degli anni 70/80.
Il Sever Donne e i suoi oggetti e artefatti tecnologici costituiscono un importante edificio dell’internet italiana. Smontarlo e rimontarlo, con grande pazienza. Ricostruirne le narrazioni sottese, con il desiderio di non dimenticare nulla. Questo è stato fatto con le diverse sintassi del linguaggio della rete. Federica, con i css e i codici sgml, Alessandro, con i comandi unix, ed io, con le mappe del software installate in tutti questi anni, abbiamo dato senso al divenire della nuova macchina, battezzata con il nome femmes.women.it. Senso e significato attinti dal punto di vista della libertà e dell’autonomia delle donne: questo il registro semantico del nostro lavoro, questa la profonda motivazione che ci ha accompagnato nella pratica di abitare la città digitale con una diversa consapevolezza degli usi e abusi introdotti dalla rivoluzione di internet. L’avvento della conversazione collaborativa di Facebook e l’avanzare del web 3.0, che ci porterà alle smart city, hanno fatto evolvere il senso del progetto del SD e oggi, nella sua nuova veste, potrà contribuire alla costruzione di un vero e proprio ecosistema digitale della differenza sessuale. Attraverso tecniche di cross-medialità, il nuovo portale (Women.it) connette e propone, nell’unicum della home page, gli innumerevoli strumenti dell’odierna comunicazione online tra cui Facebook, i blog, Vimeo, Flickr, Twitter, i sistemi di tagging, le innumerevoli community di donne in rete, gli rss, i mash-up, aventi per contenuto le pratiche e i saperi delle donne. Vorremmo superare in questo modo la questione del linguaggio sessuato che ci ha animato all’epoca dell’inizio di internet. Allora gli obiettivi erano: la nominazione degli oggetti tecnologici, la comunicazione rispettosa della diversità culturale e l’abbattimento del gender digital divide. Oggi sono altri i fenomeni di discriminazione: il participation gap, il social divide, il semantic divide sono nodi da sciogliere e la questione femminile ne è strettamente intrecciata.
E’ ormai opinione corrente che la Rete sia in un “divenire continuo” paragonabile ad un ecosistema di tipo digitale capace, a volte, di auto-configurarsi come un “digital common” dalle manifestazioni imprevedibili. Sono ancora convinta che la rivoluzione di internet ci ponga di fronte ad una nuova relazione dell’umano agire nel farsi di un mondo ‘nuovo’ che implica una nuova consapevolezza ogni volta che nuove generazioni creano mondi prima inimmaginati e inimmaginabili. Quale consapevolezza nel tempo scandito dalle tecnologie? il rapporto con le macchine è questione cruciale.
Quando Alessandro, con noi in collegamento via Skype, con molta enfasi ha spento il vecchio women.it e riavviato il nuovo portale, la comunicazione si è interrotta ed è calato il silenzio. Per un momento, abbiamo temuto il peggio, la macchina sembrava dotata di una sua vita a noi misteriosa. Era solo caduta la linea di casa sua a Berlino, e ripristinato il collegamento, tutto è ripartito. L’indomani ci ha scritto “Se dunque ci sono veramente undici dimensioni, allora ieri sera, quando ho premuto il tasto ‘invio’ al comando che rendeva pubblico il nuovo Women.it, qualcosa è cambiato nell’assetto cosmico, tanto da far collassare qualche tipo di energia residua nella rete. O semplicemente, la ‘serveressa’ non ci poteva proprio credere di avercela fatta a migrare”.
Permettetemi ora di concludere questo racconto, per certi versi astruso e immaginifico, con le immagini di Federica e Alessandro, così come mi sono apparsi il giorno dopo il riavvio di Women.it. Il modo di Alessandro di descrivere la sua emozione per un gesto che segna e fissa la nascita del nuovo women è fascinoso. In questi diciotto anni della ‘serveressa’, tanti sono stati gli episodi dell’irrequietezza delle macchine e, lei, non si e’ smentita. Questa volta, a differenza di altre, tutto è andato per il verso giusto e, allora, chi ha premuto il tasto ha fatto la differenza. Ora ci sono le condizioni per continuare il progetto: ‘serveressa’ ha finalmente trovato il suo sistemista, appassionato, eccentrico e affidabile.
La passione per le belle case di Federica è la cifra del difficile lavoro che ha portato a termine per creare il portale, insieme elegante e accogliente dove ogni flusso di informazioni trova giusta collocazione. Federica, una sorta di ‘archistar’ del web, che rifugge la retorica e vive d’ironia, voleva ‘condividere’ l’avvenimento’ con il tag Annunciazio’ dalla gag di Arena-Troisi. Sul momento non ho capito, poi, il ricordo del gioco nato fra noi di accendere ceri e di tenere medagliette della Madonna perché ci proteggesse dalle “rotture” irrimediabili, ha fatto eco l’annunciazione e, allora, ecco l’esteta (questa è Federica) che, con il suo sarcasmo, forgia il carattere della serveressa.
Plugin e template, stili e decori, funzioni e dinamicità: adesso basta partecipare!
Grazie
Commenti
+4 #1 pia brancadori 2012-08-23 10:18
Sempre mi/ci emoziona il passaggio e sempre – fin ora -rilanciate percorsi di senso e semiosi di differenza: ora Marzia la chiama server_essa ma già era la nostra ser_her!!!
baci e saluti agostani dalle nomadiche pie_circolanti