21 giugno 2019 Arnesano Lecce
(le video riprese sono in coda all’articolo)
 
Elettra Ingravallo presenta il libro «La Grotta dei Cervi e la preistoria nel Salento» di Elettra Ingravallo, Giorgia Aprile, Ida Tiberi edito da Manni Editori. Le video riprese di Cristina Comperini rappresentano un’importante testimonianza di Elettra Ingravallo purtroppo scomparsa il 2 marzo 2020. Docente di Paletnologia, una luminare dell’Università del Salento, definita intellettuale dell’archelogia che ha trasmesso la sua passione  per la storia delle epoche preistoriche come insegnamento dello scambio tra le genti, che si è sempre impegnata nelle battaglie politiche in favore del miglioramento della condizione della donna, che ha formato generazioni di studenti con le sue lezioni rigorose e appassionanti.
Così è anche in questo video: una magnifica lezione di paleografia con una sottolineatura all’archeologia di «genere» attraverso il riferimento, spesso assente in altri studi, del ritrovamento di reperti archeologici riferiti al culto della Grande Dea. 
La Grotta dei Cervi fu sede di cerimonie collettive in onore della Grande Madre e secondo Elettra Ingravallo vi sono confluite genti da tutto il bacino del Mediterraneo, fino a farne un fondamentale crocevia per stringere patti, scambiarsi doni, incontrare persone di altri luoghi. Il fascino delle pitture che si snodano lungo le pareti della Grotta dei Cervi racconta di un linguaggio che non conosce barriere territoriali e nel suo essere evocativo si fa cerimonia, preghiera, narrazione. «Ma gran parte dei simboli sono un mistero. In realtà, più che guardare ai singoli simboli, a mio parere bisognerebbe considerare l’opera nel suo complesso: lungo il percorso c’è un racconto che si snoda, una storia condivisa e nota ai frequentatori della grotta. Grotta dei CerviLa grotta doveva essere l’equivalente di quello che per noi è un santuario o un luogo di culto. Sicuramente ospita la più ricca raccolta di simboli risalenti al neolitico – un vero e proprio manifesto ideologico della preistoria – di tutto il mondo occidentale» ancora tutto da studiare.
Probabilmente il motivo della duplice spirale è raffigurazione del femminino e si ritrova frequentemente nelle raffigurazioni simboliche e astratte che ornano le pareti della Grotta dei Cervi.
Il segno della doppia spirale indica l’archetipo originario, una sorte di ritmo alterno (evoluzione-involuzione, nascita-morte) ricorre di frequente e come ben descrive  Ida Tiberi è rappresentato anche nelle pintadere in Grande Deaceramica, timbri in terracotta che venivano usati per dipingere il corpo durante cerimonie iniziatiche che pare dovessero svolgersi all’interno della grotta.
 
Il ritrovamento ben illustra la continuità della simbologia astratta dell’arte paleolitica con le statuine ritrovate nella Grotta delle Veneri di Parabita (Lecce) Grotta delle Veneripoco distante e “attribuibili a una fase media del Gravettiano 28.000-20.000 anni fa.” La Grotta delle Veneri di Parabita insieme al villaggio neolitico Sant’Anna a Oria sono i siti archelogici magistralmente studiati e documentati da Elettra Ingravallo.
Il carattere divulgativo del volume non rinuncia alla scientificità e racconta la storia del genere Homo attraverso le varie epoche e da ciò che emerge nelle grotte del Salento (Giorgia Aprile).
Vorrei anche segnalare che la Grotta dei Cervi (Porto Badisco – Otranto) è stata scoperta negli anni settanta ed è giustamente inaccessibile per poterla salvaguardare da fenomeni di inquinamento. Purtroppo nei pressi le vibrazioni dei Tir della statale adriatica ne minacciano la stabilità.  Da più parti si auspica possa essere il centro di un polo turistico simile a quello francese sorto intorno alle grotte di Lascaux Lascaux II è una replica della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a circa 200 metri dalle grotte originali e dal 2008 è divenuta la meta principale di visita dopo la chiusura cautelativa del complesso originale.