La redenzione possibile dall’aporia(1) dell’irreversibilità – non riuscire a disfare ciò che si è fatto anche se non si sapeva, e non si poteva sapere, che cosa si stesse facendo – è nella facoltà di perdonare. Rimedio all’imprevedibilità, alla caotica incertezza del futuro, è la facoltà di fare e mantenere delle promesse. H. ARENDT, Vita activa. La condizione umana, Bompiani, Milano, 2005, p. 175

E’ una delle affermazioni di Arendt che più mi ha accompagnato nella mia vita. Descrive sinteticamente il confine e il limite della pratica politica del mio femminismo ma anche della mia postura esistenziale.  Fra gli effetti delle nostre azioni è l’irreversibilità il dato che più colpisce sia in quanto danno (subito) sia in quanto colpa (compiuta).

Della facoltà di fare e mantenere promesse si potrebbe discutere a lungo. Della frase di Arendt ciò che ostacola e stride e, nello stesso tempo intriga, è quella facoltà di perdonare. Forse perchè la filosofa ebrea riconosce l’invenzione del perdono, come atto umano, a Gesù «al Figlio dell’uomo (a cui) è stato dato il potere di perdonare». Il riferimento religioso, con il suo portato normativo, non piace a noi dei femminismi. A noi potrebbe piacere l’aspetto del gesto del perdono profondamente connesso con la libertà, e Arendt la invoca continuamente quando disquisisce sulla capacità di ogni “nuovo nato” di decidere liberamente, di dare vita al nuovo. Nel perdono si modifica il peso del passato per la sua proprietà di essere cominciamento, ossia di generare azione morale, quindi libera.

E così, nel gesto del perdono, si esercita una libertà a doppio senso: chi è perdonato viene liberato dal peso della colpa e della disapprovazione, chi perdona libera se stesso dal vincolo opprimente del risentimento. E ancora, il perdono spezza la coazione a ripetere, interrompendo il “copione” interminabile della vendetta. Un gesto nuovo, inedito, liberatorio e liberante. Perdonare è “darsi pace”, scoprire di essere più grandi del gesto che ci ha offeso, liberare il nostro futuro dal peso di un passato che nessuno può più cambiare.

Tutto vero (…) e non dovrei concludere con l’aforisma di Jean Jacques Rousseau “Conosco troppo gli uomini per ignorare che spesso l’offeso perdona, ma l’offensore non perdona mai”, perchè non so chi dovrebbe perdonare quell’offensore che non perdona mai!

1- Significato di “aporia”. Figura retorica che indica un problema senza soluzione perchè la soluzione è una contraddizione del problema. Origine. Dal gr. aporía ‘difficoltà, incertezza’.