6 maggio 2017 – Libreria delle donne di Bologna. Il gruppo Lavinia Fontana presenta il testo insieme a Chiara Zamboni,
Sara Bigardi e Maria Livia Alga
Alessandra Allegrini.

“Il femminismo, come tutto ciò che è vivo, nasce e rinasce tante volte. È come un serpente che cambia pelle, si trasforma, nella ostinazione a creare e portare a maturazione gli squilibri, perché lì c’è emergenza di reale. ” Incipit dal sito di Diotima

Prima Parte – Chiara Zamboni e Alessandra Allegrini (autrici) Presenta Elena Alberti e modera Gianna Candolo.

 

Seconda Parte – Sara Bignardi e Maria Livia Alga (autrici)

 

Terza parte – E’ la parziale registrazione di alcuni interventi dal pubblico in dialogo con le Autrici.

L’ultimo libro di Diotima: Femminismo fuori sesto. Un movimento che non può fermarsi

Il femminismo, come tutto ciò che è vivo, nasce e rinasce tante volte. È come un serpente che cambia pelle, si trasforma, nella ostinazione a creare e portare a maturazione gli squilibri, perché lì c’è emergenza di reale. Non ha mai teso ad una differenza sessuale armonizzante. Gioca piuttosto nello scarto tra l’uno e il due, tra ricerca di sé e apertura all’altro, facendo leva sulle asimmetrie simboliche, non pacificanti, sul dissesto, come pertugio per cui può avvenire altro. È così che sa tracciare nuove vie. È un movimento che non viene realizzato da politiche definite, progetti a breve o lungo termine. è eccedente. Allo stesso tempo la scommessa femminista non può fare a meno della politica.

Indice

Introduzione Un di più di femminismo di Diana Sartori p. 1

  • Un movimento che si scrive passo passo di Chiara Zamboni p. 5
  • Spettri del femminismo di Ida Dominijanni p. 23
  • Tu che ti nascondi dentro tutti i nomi di Lucia Bertell p. 31
  • Femminismo radicale di Annarosa Buttarelli p. 43
  • Vita senza esseri umani, tecnoscienza senza differenza di Alessandra Allegrini p. 55
  • A chi devo la donna che sono diventata. Autoetnografia di un dissesto di Maria Livia Alga e Sara Bigardi p. 79
  • Ricostruire senza fondi: misticopolitica della creatività femminista di Antonietta Potente p. 95