CONSIDERAZIONI
di Giancarla Codrignani
1) Si ha l’impressione che per i media italiani e per i politici che vogliono distruggere del tutto la sinistra (più qualche suicida interno al Pd) dire “opposizione” significhi dire “no” al governo anche quando il governo propone cose condivisibili; neanche ai tempi di Pajetta. Solo che perfino nella prima Repubblica divenne normale eleggere alla presidenza della Camera Ingrao e Iotti; oggi i populisti intendono che pochi voti di maggioranza danno diritto all’intero della torta. Quindi qualcuno – per me il Pd – dovrebbe ridare smalto ai valori costituzionali riprendendo il senso anglosassone dell’opposizione come espressione minoritaria della stessa volontà popolare che si è espressa con il voto. Non so se esiste ancora (la furia anticasta per il solo ambito delle istituzioni – è stata attiva ovunque), ma in Gran Bretagna era previsto perfino un finanziamento per l’esercizio delle sue funzioni.
2) Non pochi vogliono che il Pd tratti con M5S: per attestare che i grillini sono di sinistra? è come dare il via libera all’autoestinzione anche dell’unica formazione che si chiami “partito”. Perché il “caro estinto” è la sinistra, il socialismo vetero (e non riformista) e, peggio, il comunismo. Non per nequizia ideologica (Marx va riletto: un’altra lettura perché anche i “nostri” occhi vedono “altra” vita), ma perché la gente è poco attenta all’Europa e alla mondializzazione (nonostante la sinistra fosse nata “internazionalista”, anche se pretendeva l’egemonia), poco flessibile nonostante la storia imponga, finché resiste la democrazia, il riformismo (la crisi del 2008 ha imposto anche i sacrifici, mentre i principi, se “non negoziabili”, non aiutano). Adesso ce la vediamo con la post-democrazia. Purtroppo in assenza di quel po’ di teoria che serve a far pensare la mente, ormai mandata in pensione.
3) E’ un rischio fare accordi con gente un po’ particolare: abbiamo mai visto qualche leader di M5S a un corteo antimafia? A un 25 aprile? È chiara la loro posizione sull’immigrazione? Hanno pubblicato la lista dei costi delle anticipate regalie promesse alla maniera di Rumor con i babypensionati? hanno menzionato almeno una volta i diritti delle donne o anche solo le condanne dei femminicidi? una vaga idea se De Maio quando è andato in Europa ha capito il peso dei 2.300 mld di debito il cui tasso di interesse ogni anno richiede più dell’intera spesa per l’istruzione? ma anche come mai non smettono di criticare i giornalisti e di limitare la libertà di stampa?
4) L’Espresso ha denunciato i “fondi neri” di Salvini. Chiedo ai cittadini: “ragazzi, ma dove volete che i partiti trovino i finanziamenti dopo l’abolizione di quello pubblico (una delle prime accettazioni della demagogia anti-casta)? I partiti sono associazioni private che, pur menzionate nella Costituzione come organi della partecipazione, in settant’anni non hanno avuto leggi che ne definissero natura, vincoli, trasparenza di bilanci. Quindi è legittimo, escluse le frodi, il ricorso ai finanziamenti privati, la cui pubblicazione è obbligatoria solo se il finanziatore autorizza la pubblicità del proprio nome. Ma alla gente fa effetto il demone populista. Per chi non ci ha ancora pensato lo stesso ragionamento si deve fare per le spese elettorali di candidati di cui non conosceremmo nemmeno il nome per quella che è la fama pubblica (eccezione per calciatori, cantanti, premi Nobel) e che debbono, se non abbienti ambiziosi (disinteressati?), fornirsi di una dote di voti mediante sussidi vari.
5) Il neopresidenteFico ha già scoperto che la Camera costa troppo. E Di Maio continua a garantire l’abolizione dei vitalizi. Sanno che non salvi il debito dello Stato,e che arriverà la solita sentenza della Corte….. Possibile che i “cittadini” pensino che le istituzioni funzionano da sole? che il governo (che non è sovrano come il Parlamento) non debba migliorare anche le strutture materiali del Parlamento? che i Costituenti sbagliassero nell’abbinate due categorie equivalenti, il Parlamento e la Magistratura, entrambe da preservare da insidie di interventi esterni non disinteressati? Oggi le campagne elettorali sono o autofinanziate da candidati che investono in se stessi per puro senso di cittadinanza, oppure sostenute da lobby non disinteressate. E la mafia che qualche incensurato da veicolare nelle istituzioni lo trova e, se la via giusta è quella virtuale di una rete che non controlla i votanti (ma se ne impadronisce e li governa a bacchetta) arriverà senza interposti baci a Riina, in Parlamento.
6) I democratici (nel senso del Pd) dovranno essere bravi. Soprattutto on-line, senza escludere la cura della base, anche se ho qualche difficoltà di capire bene che cosa possa significare. Infatti, se mi chiamassero a serate nei “circoli”, andrei per dovere e curiosità, ma non ne sento assolutamente “voglia” (figurarsi i disimpegnati). Inventare nuovi modi di fare cultura politica? Tanto più che bisogna farsi sentire (e non si sente ciò che non fa “rumore”) da stampa e tv: l’allineamento dei giornalisti è un classico e ne vediamo già le conseguenze. Da recriminare: è stato dimissionato dal Cda Rai (anche con i voti Pd) Dall’Orto, che, da renziano, sosteneva l’uscita della partitocrazia dalla tv pubblica a favore della professionalità.
7) Casaleggio junior ha proclamato che questo risultato rappresenta l’affermazione del virtuale. Può avere ragione, se prescindiamo dal cervello (Brexit e Catalogna rivelano che già lo si usa part-time, figurarsi con il sistema Facebook e Cambridge Analytica). Tuttavia oggettivamente il Pd (o anche “la sinistra”; o anche la democrazia) potrà avere difficoltà sempre maggiori, se perfino chi non usa lo smartphone come unico mezzo di comunicazione reagisce con il “mi piace”/“non mi piace” semplificatorio. Posso prevedere che il Pd dovrà affrontare, perfino la soluzione estrema: non per colpa di Renzi, ma perché non ha soldi. 8
) 44 paesi dei 55 che compongono l’Unione Africana hanno firmato nei giorni scorsi l’accordo di Kigali che crea un’area comune di libero scambio. Il Presidente del Niger ha constatato che a 134 anni di distanza dalla divisione coloniale del Congresso di Berlino, l’Africa ha deciso di abolire 184.000 km. di frontiere. Volete vedere che l’Africa ci passa avanti?!
9) Non si parla di politica estera. Bisognerà pur rispondere alle scadenza previste. Magari dire che “piace” di più Trump della Merkel o di Macron (a cui non mancano i guai, tali e quali a Renzi). A Salvini “piace” Putin: e allora? Ai vari pacifismi che disgraziatamente avranno votato M5S “non piace” né la politica della Difesa italiana né quella industriale delle armi. Rappresentano i desideri o intendono costruire un progetto alternativo e “sostenibile”? Sembra che sul bilancio comune non ci siano idee e sfortunatamente l’UE non ha avuto il coraggio delle liste unificate per il prossimo voto, ma bisognerà che l’Italia conosca il concreto dell’elezione. Piacerà – dopo promesse inaccettabili, il gruppo di Visegrad o la politica “nordica” capeggiata dall’Olanda per far fallire l’Unione valuta soprattutto da Francia e Germania? Può piacere il metodo Trump che, porta l’America first o verso la ripresa del controllo militare o verso l’arretramento economico degli Usa.
10) Nell’attesa possiamo solo pensare ad acquistare maggiori informazioni sull’Europa per il maggio dell’anno prossimo. Le difficoltà dell’Europa a 27 (la GB sta realmente fuori? i suoi seggi a chi vanno?), ma anche di quella a 19: come tengono in pancia i nostri interessi? Che cosa fanno quelli di Visegrad? Anche l’Olanda si è fatta nazionalista? Macron è davvero solidamente affermato? i finanziamenti alla Turchia? la Spagna? gli immigrati? Quattordici mesi non sono un’eternità per capire che votare è necessario.
Bologna, 8 aprile 2018.