Ad un amica con lo stesso ‘passo’,
per camminare e andare lontano.

Insieme abbiamo attraversato brutte vicende
ed ora, ancora insieme e nel nostro camminare
sostiamo nella bellezza di un “belvedere”  e ci accompagniamo
nella vertigine di una libertà ritrovata
nella musica di una poesia
e nello stupore di nuovi e ancora più rossi
papaveri.

 

da Passi
 
Quali ripari vado immaginando…
È dove non s’avverte che universo
remoto al mio dolere e le sere
farsi previsione sterminata, case
libere al vento. Sono le illuse strade
dove la fortuna d’un momento
sparendo mi ritrova e io m’accendo
alla più magra luna senza cielo:
con tanti minuscoli bagliori
si fa il sereno d’una notte.
Così il tempo mi svola, le ali accosta
nella fine di una lucciola stanca
a cercar sosta – ma pure i fili d’erba tra le rovine
sono contenti della primavera
e per la quercia grande che m’invento
s’allunga in belvedere una finestra
via dal deserto, e l’ombra piove,
come se fossi già quel che divento.

Silvia Bre, Le barricate misteriose (Einaudi, 2001)