Scritto da Francesca Cilento, mercoledì 20 giugno 2007 e pubblicato in www.tecnedonna.it in webarchive
L’analisi del linguaggio e degli stili linguistici online è uno dei filoni di ricerca più nutriti all’interno del settore che si occupa di Gender Digital Divide.

Gli scopi prefissi da questi lavori sono principalmente:

  1. La ricerca di stereotipi “offline” in un ambiente potenzialmente neutro (così come era ritenuto il cyberspazio), soprattutto per quanto riguarda il genere degli utenti, data l’assenza del corpo,
  2. La descrizione dei metodi attraverso cui donne e uomini della rete erano in grado di ricreare, più o meno fedelmente, la propria identità e il proprio genere (Cilento Ibarra, Galimberti, 2006).

Il linguaggio non è solo portatore di identità, ma è anche veicolo di pratiche consolidate all’interno di un gruppo e di ruoli sociali ben determinati (Zucchermaglio, 2002). Tra queste pratiche e regole, la gestione del potere è sicuramente un argomento delicato e importante quando si parla di rapporti tra donne e uomini.

Il potere nel linguaggio
Attraverso le scelte linguistiche e il tipo di performance all’interno di una conversazione, le e gli utenti online riescono a ricreare delle dinamiche di gruppo che ricalcano le logiche di potere che esistono nel mondo reale. La Rete si riconferma un luogo socialmente ricco, dove gruppi minoritari e maggioritari non si slegano dalle vecchie dinamiche.
Concretamente come si riflette nel linguaggio la disparità di potere che ancora oggi, penalizza le donne? Secondo la Expectation states Theory (Berger, Rosenholtz & Zeldith1980) una caratteristica di status implica tutta una serie di aspettative legate a quello specifico gruppo, attivando quindi, in chi possiede tale status dei comportamenti considerati “tipici” e nell’interlocutore delle risposte congruenti. Nel caso del linguaggio, analizzando dei forum, è stato osservato che le donne postano meno frequentemente, attraverso post più corti e, nel caso di forum che si occupano di argomenti non tipicamente femminili, usano anche uno stile meno assertivo degli uomini. Questi 3 elementi analizzati riflettono lo stile linguistico “potente”, generando le solite differenze di status. Le donne, infatti, riescono a mostrarsi potenti solo e non sempre, in forum femminili, mentre gli utenti maschi si mostrano competenti in ogni occasione.

Qual è il potere femminile?

Questo tipo di risultati credo abbiano un’utilità maggiore della semplice rilevazione di differenze di genere in Rete e che fanno sorgere due domande che ancora non hanno una risposta.
Innanzitutto, se partiamo dalla prospettiva secondo cui il comportamento e in questo caso il linguaggio, nascono dalle nostre aspettative “socializzate” , allora dovremmo anche chiederci da dove nascano queste aspettative. Lo stile femminile è debole di natura o semplicemente è un’etichetta che diamo perché socialmente è il gruppo più debole? È plausibile che una società maschile crei l’immagine del potere a sua somiglianza in modo tale da escludere chi viene educato a comportarsi in altro modo?
Il secondo spunto, molto interessante è stato anche ripreso durante il Femcamp di Bologna e riguarda la capacità delle donne di mostrarsi potente e competenti solo in alcuni settori e non in tutti. Anche in questo caso nasce una domanda: non essendo abituate o non avendo il compito sociale di essere sempre competenti, possibile che le donne adottino lo stile “potente” quando hanno delle idee forti e non solo per dimostrare di essere forti?

BIBLIOGRAFIA
Berger, J., Rosenholtz, S. J. , Zelditch, M.( 1980). “Status Organizing Processes.” Annual Review of Sociology 6:479-508.
Cilento Ibarra, F., & Galimberti, C. (2006). Stereotypes and Gender Identity in Italian and Chilean Chat Line Rooms [Electronic Version]. Psychnology Journal, 4, 25-52. Retrieved 05/2006.
Sussman N. M., Tyson D. H. (2000). Sex and power : gender differences in computer-mediated interactions. Computers in human behavior , 16,4.
Zucchermaglio, C. (2002). Psicologia culturale dei gruppi. Carocci.