Marzia Vaccari Serra – 28/11/2003 e pubblicato in www.porticodonne.it di webarchive
Donne e virus informatici: non solo vittime
La reazione dell’hackeressa (?) Gigabyte che ha creato un virus per contrastare Graham Cluleay, Senior Technology Consultant di Sophos, secondo cui una donna non è in grado di realizzare un virus.
Nonostante aggiungere le”esse” sia dispregiativo, mi suona bene trasformare hacker in hackeressa come mi è sempre suonato bene trasformare ” il ” sistemista in “la” sistemista oppure usare webmistress e non webmaster. E’ per me appassionante e sempre stimolante cercare di declinare con il genere femminile la semantica dell’ICT. Perchè molte delle sue parole non sono usabili per mostrarci e non sono sufficienti per dire chi siamo. L’hacker belga Gigabyte replica, a chi la vuole definire una sorta di icona femminista, dicendo che lei è semplicemente “una che scrive virus. Se volevo fare discorsi femministi, non pensi che l’avrei messo nei virus che scrivo? Voglio dire che sono una femmina perchè non è una cosa da nascondere. Il mondo deve sapere che esistono donne che scrivono virus. Ma non è la ragione per la quale scrivo virus. Lo faccio per me. Le donne non hanno bisogno che io faccia qualcosa per loro, possono farlo a loro volta”.
Finalmente una “cyborg” che non ha più voglia di nascondere la sua fisicità. Se ne è fatta di strada dalle prime ragazze che usavano Internet, fingendo di essere dei ragazzi, nella seconda metà degli anni ’90 a Gigabyte che sfida Cluley con un virus. Curioso e ironico: è tanto meno dispettoso quanto più si conquistano “punti” nel centrare, con il suo dispositivo di videogame, il faccione del manager della Sophos, casa costruttrice di antivirus.Dagli anni ottanta con la Haraway e il suo Manifesto Cyborg (per dirla con Rosi Braidotti, autrice della prefazione alla traduzione italiana del testo, “…per fare in modo che le autostrade telematiche dell’avvenire siano a noi: Cyborg di tutto il mondo, unitevi!”) a qui c’è l’aver imparato a uscire allo scoperto.Oggi non abbiamo bisogno di ergerci a difesa, siamo e basta.Mi attira Gigabyte perchè porta fuori un certo spirito dell’hacking quando insiste nel dire che lei si diverte a programmare virus. E’ un suo desiderio!Risuona quello che dice Pekka Himanen (cfr Pekka Himanen. L’etica hacker e lo spirito dell’informazione, Feltrinelli 2003) ” gli hacker sono convinti che la loro vita debba ruotare attorno a una loro passione, a un loro desiderio” dice in un’intervista a Benedetto Vecchi sul Manifesto e continua “Questo è l’ethos che ha consentito la creazione del personal computer e di Internet al punto che sono diventati le basi tecnologiche delle società attuali. Un ethos espresso da un eterogeneo gruppo di persone che ha perseguito con determinazione la propria “visione” della tecnologia e che comprende personaggi come Steve JOBS, l’uomo che ha fondato la Apple, o Tim Berners-Lee, “il padre del web””.E personaggi come Ada Bayron (nel 1800) o l’Ammiraglia (negli anni 1950) così come Jude Milhon (recentemente scomparsa), donne che avevano una visione delle tecnologie, ” e sapevano programmare“, e in base ad un loro preciso desiderio. Per Ada era trovare la poesia dai numeri matematici, per Grace Hopper era migliorare con il COBOL il linguaggio di programmazione, per (hacker) St.Jude era far parte di una “comune di programmatori di sinistra rivoluzionaria” (con il suo gruppo Computer Professionals for Social Responsibility).Ciascuna di loro ha perseguito la propria visione della tecnologia nell’ambito della programmazione del software, una visione di libertà e autonomia dai saperi noti, dalle regole sintattiche di un linguaggio di programmazione, dall’uso esclusivamente mercantile della passione.Non mi interessa dimostrare che anche una donna è in grado di realizzare un virus mi interessa sapere quale visione della tecnologia la sostiene.Le informazioni su Gigabyte la descrivono come una Lara Croft perchè appassionata di kick-boxing, ma fino in fondo non mi è giunto il suo progetto e non mi basta leggere “Non è un mio problema quando le persone creano armi, puoi biasimarli se qualcuno altro uccide? Io scrivo i virus; non li diffondo”. Ha caricato i suoi virus sulla sua homepage significando così che altri potevano diffonderli.Quando un virus mi cancella l’archivio mi chiedo perchè è stato scritto e non perchè qualcuno me l’ha spedito!
Ma chi si diverte a scrivere virus è un/a vero/a hacker oppure cracker? La discussione è appena cominciata.