Nel tempo del digitale, della diffusione delle idee attraverso smartphone e computer, delle relazioni affettive che nascono e muoiono online, del fare sesso attraverso messaggi (sexting) ci si chiede se assistiamo a reali modificazioni del rapporto asimmetrico, sessista e patriarcale fra i generi? Il saggio vuole contribuire a far luce sulla distorsione dell’immagine femminile e di altre differenze sessuali al tempo della digitalizzazione culturale e della mediatizzazione sociale. Partendo dalle manifestazioni attuali dei media nella convergenza digitale, approfondisce e analizza diverse narrazioni legate alla categoria di genere e su quanto le immagini di genere rispecchino le logiche di mercato della cultura dominante. Esplorando anche le fasi in cui le soggettività corporee delle donne e degli altri generi sessuali oppongono resistenza a queste logiche.
La dimensione critica del femminismo digitale, attraverso la pratica della decostruzione dei codici linguistici, semiotici ed informatici dei dispositivi culturali degli algoritmi, contrasta la pretesa neutralità dell’algoritmo e svela insoliti assi differenziali di potere. La maggior parte della popolazione si avvale delle fonti algoritmiche dell’informazione e delle comunicazioni (search engine e social media marketing) per gestire affetti e per procurarsi reddito. Sara’ sempre piu’ vitale continuare a sviluppare, codificare e insegnare metodi piu’ formalizzati di responsabilita’ algoritmica per poter stare in «amicizia» con le macchine informatiche.
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